Intervista a Giuseppe Cicero

1) Tra i molti generi letterari, cosa determina in te la predilezione per la “forma breve” e per l’aforisma in particolare?

Apprezzo la sua capacità, diretta o indiretta, di svelare e denunciare in modo conciso delle mancanze. Mi colpisce il fatto che rappresenti la goccia d’acqua in un mare d’emozioni.

2) Quando è avvenuto il tuo primo incontro “fatale” con l’aforisma? E da cosa sei stato indotto a cimentarti in questo genere?

La cosa strana è che ho sempre dedicato tempo alla forma breve, ma sono venuto realmente a conoscenza dell’esistenza di questo genere letterario, e dei suoi aspetti, grazie all’intervento di un collega diplomato al Liceo: rimase stupefatto della cartella che tenevo nel cassetto, e mi rivelò che si trattava di aforismi: da qui, la curiosità sempre crescente di cimentarmi in questo genere.

3) Quali sono stati i grandi aforisti della letteratura classica che più ti sono congeniali e che ti hanno eventualmente ispirato? Ci sono uno o più aforismi sull’aforisma che secondo te definiscono al meglio questo genere?

Credo che, in assoluto, quelli a me più congeniali siano gli aforismi di Karl Kraus. Tra questi “L’aforisma non coincide mai con la verità; o è mezza verità o una verità e mezzo”, che arriva in maniera folgorante al destinatario.

4) Ritieni che la letteratura aforistica contemporanea, in Italia, abbia dei rappresentanti in grado di raccogliere qualitativamente l’eredità dei nostri maestri del passato?

Sì, e sono anche convinto del possibile livello qualitativo superiore rispetto ai maestri del passato.

5) A cosa ritieni sia dovuto il calo d’interesse verso l’aforisma, nei tempi recenti, da parte del mondo editoriale?

Lo credo dovuto al fatto che il genere aforistico non sia commercialmente vendibile quanto il romanzo: tuttavia, a mio avviso, non è culturalmente meno importante degli altri generi letterari, considerato che sin dalla sua nascita esso veniva usato per rompere gli schemi del linguaggio convenzionale: ed a tutt’oggi trova il modo di sorprendere semplificando con intuizioni significative e riflessive il senso di ogni lungo discorso.

6) Esiste, a tuo avviso, una strada da percorrere perché l’aforisma torni a conquistare l’attenzione dei lettori, soprattutto quelli delle nuove generazioni? Quali azioni indicheresti?

Credo che sia i social come Twitter e Facebook che i motori di ricerca di Internet siano canali di trasmissione e di documentazione non indifferenti per l’aforisma fatto bene, di massimo 4 – 5 parole.

7) A tuo avviso, l’aforisma può e deve distinguersi dalle varie forme di comunicazione “veloce” oggi tanto in voga come il tweet, lo slogan, la battuta, ecc…)?

L’aforisma abbraccia a tutt’oggi una serie di stili che, nell’elaborato complesso finale, permettono di tracciare un’identità, sia pure per certi versi contaminata, che lascia nella sua concisione un’impronta precisa, il cui DNA è quello di stupire, indurre il lettore a riflessioni che lo proiettano verso conclusioni spesso e comunque soggettive.

8) Ritieni che la Grande Rete possa aiutare la diffusione del buon aforisma o che, piuttosto, ne faciliti la degenerazione in forme superficiali e scorrette?

Sì, sicuramente Twitter e Facebook promuovono bene anche l’aforisma fatto con un corretto criterio di base; ovvero rispettano le regole che fanno da linea guida all’elaborazione degli stessi, permettendo al contempo di distinguerlo dalle forme diverse e dagli stili contaminati.

9) Pensi che la tua esperienza personale, quale autore di aforismi, sia stata fonte di maturazione letteraria, intellettuale, umana? Altrimenti, può esserlo in qualche modo?

L’aforisma, nel tempo, mi ha permesso di maturare e contemplare aspetti che prima mi erano conosciuti solo sotto forme diverse, ma comunque dirette verso il bene ed al rispetto comune.

10) Quali ritieni siano le migliori doti che deve avere un autentico aforista, oltre alla propensione per la sintesi?

Credo che la saggezza, la profondità interiore e la capacità di ascolto siano essenziali per la trasposizione in sintesi degli aspetti più sorprendenti ed esaltanti di un discorso o di una denuncia.

11) Ti senti contrariato se un aforisma di tuo conio viene pubblicato in contesti di pubblica lettura senza che sia citata la sua paternità? In sostanza: secondo te dovrebbe davvero, un aforisma, essere – come sostiene Maria Luisa Spaziani – “cosa volatile, spontanea, che nasce come un fiore e non esige alcuna sigla di origine”?

Non citare la paternità aforistica è segno d’immaturità: spesso si usa anchesostituire il nome e il cognome dell’autore senza cambiare il senso del testo, evidenziando semmai l’ignoranza di chi, cimentandosi malamente nel genere aforistico, ne offusca la vera identità intellettuale.

12) C’è una tua silloge, pubblicata o meno, alla quale ti senti più legato perché meglio ti rappresenta?

Si, “Aforismi e poche parole” – Edizione Mannarino. Ho pubblicato questa silloge nel settembre del 2013. Continuo a praticare la forma breve con pubblicazione di nuovi aforismi sul mio profilo di Facebook “Aforismi e poche parole” di Giuseppe Cicero: https://www.facebook.com/pages/Aforismi-e-poche-parole-di-Giuseppe-Cicero/537277839661154?ref=bookmarks e dal sito web www.giuseppecicero.weebly.com.

Sono presente come autore al sito www.aphorism.it del seguente link: aphorism.it/giuseppe_cicero/.

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Bibliografia

GIUSEPPE CICERO, madrelingua inglese, nasce il 28 giugno 1966 a Montreal, provincia del Quebec nello Stato Canadese dell’America del Nord dove frequenta gli studi fino all’età di 14 anni. Nel 1980, ancora minorenne, lascia il Canada per trasferirsi con i genitori in Italia nella località di Campora San Giovanni, Comune di Amantea situato lungo il litorale della costa tirrenica calabrese. Nel settembre del 2013 pubblica la sua prima opera dal titolo: “Aforismi e poche parole” (Editore Mannarino Franco), a cui è stato conferito diversi riconoscimenti, in particolare, nel dicembre dello stesso anno, il “Diploma d’Onore” tra i semifinalisti al XX Premio Letterario Internazionale Trofeo Penna D’Autore e nel 2014 la “Menzione Speciale” dal Premio Internazionale per l’Aforisma “Torino in Sintesi”, IV edizione.

Ama scrivere aforismi la cui ricetta di fondo per ognuno è impressionare, sorprendere, evidenziando la concisione dei concetti più ampi, il paradossale e lo stupore. Dalla passione che nutre per la scrittura, tiene periodicamente aggiornato di nuovi aforismi con immagine la sua fan page di Facebook – “Aforismi e poche parole di Giuseppe Cicero” : https://www.facebook.com/pages/Aforismi-e-poche-parole-di-Giuseppe-Cicero/537277839661154 e il suo sito internet: www.giuseppecicero.weebly.com .

Fin dai tempi giovanili trova passione anche per la poesia riprendendo recentemente con altrettanto amore ogni forma di scrittura, espressione, stile, partecipando altresì a diversi concorsi letterari nazionali e internazionali. Tra queste, la poesia «Senza Parole» ha ottenuto il Diploma d’Onore e l’inserimento della stessa nell’antologia “Poesie D’Autore” alla quinta edizione del concorso nazionale «Poesie d’Amore». Al Gran Galà di Poesia Rende … InVersi IV edizione riceve il “Trofeo d’Onore” per la poesia dal titolo “AMARE CON LA “A” MAIUSCOLA”. Nell’antologia delle più belle Poesie del Premio Internazionale Città di Melegnano 2014 viene inserita la poesia dal titolo “ AMORE IMPOSSIBILE”. Per la poesia “L’AMORE DI UNA MAMMA E’ IL DOLORE DEL SACRIFICIO” ottiene l’Attestato di merito e l’inserimento della stessa nell’antologia Fiori di Maggio – florilegio solidale – II ed. 2015.

Intervista a Giulio (Donato) Broccoli

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1) Tra i molti generi letterari, cosa determina in te la predilezione per la “forma breve” e per l’aforisma in particolare?

La mia predilezione naturale ad esprimere un concetto con poche parole, e la capacità di osservare il mondo e gli uomini cogliendo alcuni elementi essenziali dei rapporti interpersonali.

2) Quando è avvenuto il tuo primo incontro “fatale” con l’aforisma? E da cosa sei stato indotto a cimentarti in questo genere?

Ho scoperto che scrivevo aforismi leggendo per caso qualche aforisma di Gibran, di Kraus, di Wilde.

3) Quali sono stati i grandi aforisti della letteratura classica che più ti sono congeniali e che ti hanno eventualmente ispirato? Ci sono uno o più aforismi sull’aforisma che secondo te definiscono al meglio questo genere?

Come già detto, Gibran, Kraus, Wilde, ecc.

4) Ritieni che la letteratura aforistica contemporanea, in Italia, abbia dei rappresentanti in grado di raccogliere qualitativamente l’eredità dei nostri maestri del passato?

E’ difficile dirlo, sono relativamente un autore nuovo in questo panorama letterario, ma vi sono alcuni autori veramente profondi.

5) A cosa ritieni sia dovuto il calo d’interesse verso l’aforisma, nei tempi recenti, da parte del mondo editoriale?

Al fatto di non poterne fare con facilità un prodotto editoriale in grado di produrre utili.

6) Esiste, a tuo avviso, una strada da percorrere perché l’aforisma torni a conquistare l’attenzione dei lettori, soprattutto quelli delle nuove generazioni? Quali azioni indicheresti?

Sì, organizzare premi letterari dedicati all’aforisma, seri e di alto livello, curando poi la pubblicazione dei migliori aforismi, con divisione in percentuale degli utili. Inoltre si potrebbe  anche premiare i migliori tre aforismi dell’anno.

7) A tuo avviso, l’aforisma può e deve distinguersi dalle varie forme di comunicazione “veloce” oggi tanto in voga come il tweet, lo slogan, la battuta,

Sì. Un aforisma deve esprimere una verità o falsità, una relazione tra cose o atteggiamenti umani, magari in modo poetico o surreale. Un aforisma, i miei nascono così, deve essere una pennellata unica e inequivocabile del pittore che sta in noi.

8) Ritieni che la Grande Rete possa aiutare la diffusione del buon aforisma o che, piuttosto, ne faciliti la degenerazione in forme superficiali e scorrette?

Possono esserci degenerazioni con l’uso della Rete, ma i migliori aforismi emergeranno sempre, anzi avranno infiniti modi di propagarsi e farsi conoscere.

9) Pensi che la tua esperienza personale, quale autore di aforismi, sia stata fonte di maturazione letteraria, intellettuale, umana? Altrimenti, può esserlo in altro modo?

Sì. Occupandomi di materie scientifiche, scoprire di avere un piglio letterario mi ha dato soddisfazione e confermato che i saperi sono interconnessi a volte in maniera sconosciuta. Riuscire a cogliere con sagacia alcuni aspetti della vita quotidiana mi ha dato la possibilità di analizzare la mia condizione umana e quella dei miei simili riuscendo a
volte a migliorare i rapporti interpersonali.

10) Quali ritieni siano le migliori doti che deve avere un autentico aforista, oltre alla propensione per la sintesi?

Esprimere verità, magari condite da ironia e poesia, che possano illuminare la vita e la conoscenza. I miei nascono come pennellate uniche e inequivocabili nel profondo della notte mentre agito un tema che voglio trattare con la forza della mente. Spesso accade che trattano di tutt’altro argomento.

11) Ti senti contrariato se un aforisma di tuo conio viene pubblicato in contesti di pubblica lettura senza che sia citata la sua paternità? In sostanza: secondo te dovrebbe davvero, un aforisma, essere – come sostiene Maria Luisa Spaziani – “cosa volatile, spontanea, che nasce come un fiore e non esige alcuna sigla di origine”?

Sì, il nome dell’autore è fondamentale, perché se è pur vero che a volte un aforisma appare in modo spontaneo e casuale nella nostra mente, bisogna ammettere che si tratta di una vera e propria idea originale. Insomma, un aforisma ben fatto merita un Eureka e il suo Archimede.

12) C’è una tua silloge, pubblicata o meno, alla quale ti senti più legato perché meglio ti rappresenta?

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