1) Tra i molti generi letterari, cosa determina in te la predilezione per la “forma breve” e per l’aforisma in particolare?
La capacità sintetica credo sia una attitudine innata. Chi ne è dotato può essere invogliato a utilizzarla e arricchirla attraverso un’appropriata ricerca sociologica, psicologica e linguistica così da farne una propria cifra stilistica.
2) Quando è avvenuto il tuo primo incontro “fatale” con l’aforisma? E da cosa sei stato indotto a cimentarti in questo genere?
Da ragazzina, assistendo all’Amleto, trovai alcune frasi di Shakespeare fulminanti, affascinanti se pur drammatiche; mi costrinsero a ripensarle.
3) Quali sono stati i grandi aforisti della letteratura classica che più ti sono congeniali e che ti hanno eventualmente ispirato? Ci sono uno o più aforismi sull’aforisma che secondo te definiscono al meglio questo genere?
L’incontro fatale è stato con Oscar Wilde. Ho subito amato il suo indomabile sarcasmo, il virtuosismo attraverso il quale indorava la pillola nel mentre staffilava a morte ogni comportamento ipocrita. Seguì il mio rispetto per la saggezza di La Rochefoucauld, contemporaneamente ad una vera passione per le soluzioni acrobatiche che Woody Allen inseriva nelle sue battute. Ritengo che ogni aforista che si rispetti prima o poi scrive la definizione di aforisma che più lo rappresenta.
4) Ritieni che la letteratura aforistica contemporanea, in Italia, abbia dei rappresentanti in grado di raccogliere qualitativamente l’eredità dei nostri maestri del passato?
Certamente. Abbiamo ottimi aforisti contemporanei. Ovviamente si esprimono in un linguaggio contemporaneo, ampiamente rinnovato.
5) A cosa ritieni sia dovuto il calo d’interesse verso l’aforisma, nei tempi recenti, da parte del mondo editoriale?
Il mondo editoriale di oggi ha intendimenti esclusivamente economici. In Italia c’è l’uso e l’abuso del poetare che rimpingua bene le loro casse; perché mai dovrebbero avventurarsi verso lidi sconosciuti?. E poi c’è la responsabilità della scuola appiattita sui soliti autori. Personalmente conosco molti giovani interessati all’aforisma, ma che ancora non si cimentano: si sentono insicuri, non seguiti, non instradati.
6) Esiste, a tuo avviso, una strada da percorrere perché l’aforisma torni a conquistare l’attenzione dei lettori, soprattutto quelli delle nuove generazioni? Quali azioni indicheresti?
Penso che l’aforisma debba essere valorizzato dalla scuola. Si deve spiegare ai ragazzi quanto lavoro, quanta esperienza ci sia dietro un genere così apparentemente estroso.
7) A tuo avviso, l’aforisma può e deve distinguersi dalle varie forme di comunicazione “veloce” oggi tanto in voga come il tweet, lo slogan, la battuta, ecc…)?
L’aforisma deve essere soprattutto distinto da tutto ciò che non lo è. Questo deve essere soprattutto il compito dei critici letterari.
8) Ritieni che la Grande Rete possa aiutare la diffusione del buon aforisma o che, piuttosto, ne faciliti la degenerazione in forme superficiali e scorrette?
La grande rete può essere senz’altro rischiosa perché confonde il veloce col breve. I buoni aforismi sono di poche parole ma di lunghe pensate.
9) Pensi che la tua esperienza personale, quale autore di aforismi, sia stata fonte di maturazione letteraria, intellettuale, umana? Altrimenti, può esserlo in qualche modo?
Se continuo a scrivere aforismi è perché il mondo continua a cambiare, ed io con lui.
10) Quali ritieni siano le migliori doti che deve avere un autentico aforista, oltre alla propensione per la sintesi?
Non deve dire banalità in modo banale, non deve dire grandi verità in modo spocchioso.
11) Ti senti contrariato se un aforisma di tuo conio viene pubblicato in contesti di pubblica lettura senza che sia citata la sua paternità? In sostanza: secondo te dovrebbe davvero, un aforisma, essere – come sostiene Maria Luisa Spaziani – “cosa volatile, spontanea, che nasce come un fiore e non esige alcuna sigla di origine”?
Sono in perfetto accordo con la grande Spaziani. Una sola volta mi è capitato di sentire un mio aforisma sulla bocca di una estranea. È stato un colpo al cuore. Ma per nessuna ragione al mondo le avrei detto ch’era mio.
12) C’è una tua silloge, pubblicata o meno, alla quale ti senti più legato perché meglio ti rappresenta?
Spero che mi rappresentino tutti quelli che ho scritto, insomma nel bene e nel male siano espressione della mia autenticità.
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Bibliografia
Nasce a Napoli da una famiglia veneta. Si laurea all’Università La Sapienza di Roma in Medicina e Chirurgia e si specializza in Psichiatria e Neurologia. Figlia d’arte, si cimenta con il disegno e la pittura già dall’infanzia. Si è inoltre dedicata allo humour graphic illustrando libri e riviste, disegnando strisce e vignette per noti settimanali. Dagli anni Novanta si dedica ad illustrare pittoricamente e graficamente i propri aforismi visivi pubblicandoli in libri e blog. Ha scritto testi numerosi teatrali; ha pubblicato racconti e poesie su varie riviste letterarie. Ha curato la traduzione degli aforismi di Efim Tarlapan “Sorrisi da esportare” 2012, e pubblicato varie raccolte di poesia: nel ’94 “Stagioni” prefato da Simona Argentieri e Carlo Villa, nel ‘ 98 “Nodi di rete” prefato da Mario Lunetta, nel ’01 “Ultimamente” prefato da Plinio Perilli, nel ’02 “Il tallone d’Achille di una donna” prefato da Vito Riviello, tutti per Fermenti ed., per la collana Controsensi di Fermenti “Nel circo delle stanze” prefato da Donato di Stasi 2006, nel 2012 “Perdersi per mano” ed.Tracce con postfazione di Ubaldo Giacomucci e nel 2013 “Criptomagrittazioni” ed.Onyx. Nel ’97 una raccolta di grafiche e haiku ”Acquerugiola-acquatinta” prefata da Rosalma Salina Borello e Rino Cerminara per l’ed. Dell’oleandro; nel 2005 “Alambicchi” (14 racconti), Piero Manni Editore. Dal ’92 pubblica testi di aforismi e grafica: per le ed. Il Ventaglio “Tra l’Io e il Sé c’è di mezzo il me”; prefato da Vincenzo Mollica nel 2006, per le ed. Quasar “Neppure i fossili”; nel 2011 “Il bianco, il nero, il grigio” ed. Joker prefato da Gino Ruozzi; nel 2013 “ParalleleBipedi” prefato da Fabrizio Caramagna ed. Città del sole. Pubblica un trittico di humour graphic: La maglifica 2003, L’amore è come una scatola di biscotti 2003, The Best 2006. Finalista al Premio Rhegium Julii 1999 – sez. Racconti inediti; seconda classificata al Premio Intern. di Poesia Val di Magra XVI ediz.; seconda classificata al Premio Intern. di Poesia Renato Giorgi 2000; prima classificata al concorso di poesia 2001 Sindacato Nazionale Scrittori; seconda classifica al premio inter. di poesia per l’edito Buiese 2001; seconda classificata al premio di narrativa Laurentum 2001; finalista al premio A.Rosselli 2006 indetto dal Comune di Roma; vincitrice del 1° premio di poesia Omaggio a Baudelaire 2008; medaglia d’oro al “Foyer des artistes” Università La Sapienza di Roma 2010; vincitrice del Premio Internazionale Torino in sintesi 2010 per l’edito di aforismi “Neppure i fossili”; premio speciale della giuria Histonium 2012; vincitrice al concorso “Tre gocce d’inchiostro” indetto dall’Associazione italiana per l’aforisma- 2013; presente nell’antologia “New Italian aphorists” cratespace ed. 2013.