1) Tra i molti generi letterari, cosa determina in te la predilezione per la “forma breve” e per l’aforisma in particolare?
La verità fulminea che dev’esserci in ciascuno.
2) Quando è avvenuto il tuo primo incontro “fatale” con l’aforisma? E da cosa sei stato indotto a cimentarti in questo genere?
Una sorta di amaro, talvolta macabro umorismo.
3) Quali sono stati i grandi aforisti della letteratura classica che più ti sono congeniali e che ti hanno eventualmente ispirato? Ci sono uno o più aforismi sull’aforisma che secondo te definiscono al meglio questo genere?
La Bruyère, La Rochefoucault, Pascal… I francesi in genere.
4) Ritieni che la letteratura aforistica contemporanea, in Italia, abbia dei rappresentanti in grado di raccogliere qualitativamente l’eredità dei nostri maestri del passato?
No.
5) A cosa ritieni sia dovuto il calo d’interesse verso l’aforisma, nei tempi recenti, da parte del mondo editoriale?
L’aforisma pesca in profondità e oggi ci si nutre soprattutto di superficialità.
6) Esiste, a tuo avviso, una strada da percorrere perché l’aforisma torni a conquistare l’attenzione dei lettori, soprattutto quelli delle nuove generazioni? Quali azioni indicheresti?
Per esempio nei temi assegnati ai ragazzi, magari in classe, lo sviluppo di un tema che guizza da un aforisma o che induce a una disamina meditata.
7) A tuo avviso, l’aforisma può e deve distinguersi dalle varie forme di comunicazione “veloce” oggi tanto in voga come il tweet, lo slogan, la battuta, ecc…)?
Guai a limitarne genere e forma: l’asfissia è dietro la porta.
8) Ritieni che la Grande Rete possa aiutare la diffusione del buon aforisma o che, piuttosto, ne faciliti la degenerazione in forme superficiali e scorrette?
Non è un cibo che può propinarsi a tutti; né agli sciocchi né ai superficiali.
9) Pensi che la tua esperienza personale, quale autore di aforismi, sia stata fonte di maturazione letteraria, intellettuale, umana? Altrimenti, può esserlo in qualche modo?
Senza dubbio.
10) Quali ritieni siano le migliori doti che deve avere un autentico aforista, oltre alla propensione per la sintesi?
Umorismo, intelligenza, spirito, umanità, gusto.
11) Ti senti contrariato se un aforisma di tuo conio viene pubblicato in contesti di pubblica lettura senza che sia citata la sua paternità? In sostanza: secondo te dovrebbe davvero, un aforisma, essere – come sostiene Maria Luisa Spaziani – “cosa volatile, spontanea, che nasce come un fiore e non esige alcuna sigla di origine”?
Se si dice o si scrive qualcosa bisogna sapere chi la dice, chi, soprattutto nel caso dell’aforisma, se ne assume la paternità e la responsabilità.
12) C’è una tua silloge, pubblicata o meno, alla quale ti senti più legato perché meglio i rappresenta?
Sono tutti miei figli… e i figli, magari scarafoni, sò tutti belli a mamma soia.
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Bibliografia
Atonino (Antonio) Giordano è Ordinario di Lingua e Letteratura Francese nei licei; I N.D.A. Siracusa: Docente didattica e pedagogia teatrale per docenti di tutta Italia.
PUBBLICAZIONI: “Occhi nella notte” Vittorietti 1978 (Poesie); “L’Assurdo in teatro” Edikronos 1973 (Saggio); “Puro spirito” Loffredo 1984 (Romanzo); “L’insegnamento del teatro” I.R.R.S.A.E. Sicilia 1987; “Anche noi facemmo la guerra” Sigma 1999 (Romanzo); “Teatro in formazione” Palumbo Palermo-Firenze 2001 (con Prefazione di Glauco Mauri); “La Leva” Montag Premio Le Fenici 2007 (Romanzo); “Una fatale coincidenza” (silloge id.); “I Patriarchi” Montag Le Fenici 2008; “Benedetti Sonetti” Carta e Penna –Torino (2010) Premio Fiorino d’Argento Firenze Europa; “Attori, attoricchi e cannavazzi” RCS 2011; “Il grande Sipario”RCS 2012 (prefazione di Andrea Camilleri”); “Dove il sì suona”,Vitale ed. Sanremo.
A tutt’oggi ha vinto circa 300 premi letterari e teatrali